
Per milioni di anni, ci siamo evoluti per vivere in comunità.
I nostri cervelli, che sono estremamente costosi da mantenere in termini di risorse del corpo, sono diventati sempre più grandi, principalmente per supportare la nostra capacità di interagire con gli altri. L’intelligenza non è semplicemente una cosa utile per passare il tempo: è lo strumento di sopravvivenza che viene prima di qualsiasi altro.
E così siamo diventati molto bravi a leggere il linguaggio del corpo. Nel rilevare le minacce. Nel trovare amici ed evitare gli estranei. Possiamo individuare un bugiardo a metri di distanza (o almeno così pensiamo) e diventiamo tristi quando rimaniamo da soli troppo a lungo.
All'improvviso, però, arriva il vortice digitale.
Ora, invece di 150 persone nella nostra cerchia di conoscenti, siamo esposti a migliaia di conoscenti digitali. Ora, invece di feromoni e strette di mano, dobbiamo trovare sfumature e spunti dalle immagini durante una videochiamata.
Non c’è da meravigliarsi che questo sia uno stress difficile da tollerare per il nostro cervello. Tutti gli imput in entrata e in uscita, sono stati capovolti nel corso di una sola generazione.
Eppure …
Eppure, possiamo trovare un vero amico a Sydney. Eppure, possiamo imparare da un insegnante di un altro paese. Eppure, possiamo vedere ed essere visti in modi che non ci saremmo mai aspettati.
È un vortice perché non l'abbiamo ancora capito. Non sappiamo bene come porci davanti a una videocamera o capire l'intento di altre persone. Non siamo sicuri su come dare priorità a quello che arriva. Inventiamo motivazioni, minacce e cospirazioni laddove non ce ne sono. E ignoriamo le vere minacce perché sono graduali e vengono avvolte in Mi piace e faccine. Esitiamo a impegnarci. Noi esitiamo molto.
Certo che lo facciamo. È un vortice. Stiamo ancora inventando convenzioni culturali e stiamo ancora definendo regole empiriche del mondo digitale.
E il carico cognitivo è enorme.
C'è una ragione per cui restiamo bloccati nei solchi. I solchi sono più facili. I solchi riposano il cervello.
Il passo a passo di accumulare Mi piace, alla ricerca del nuovo mentre si guarda il vecchio scomparire (vecchio? Yahoo ha meno di 25 anni!) ... è estenuante.
E elettrizzante.
Perché le porte continuano ad aprirsi. Si aprono più velocemente di quanto gli altri ne chiudano. Ci sono possibilità intorno a molti angoli (ma non a tutti gli angoli). La possibilità di apprendimento, di relazione, di vedere e di essere visti.
Dobbiamo semplicemente disciplinarci abbastanza così da non correre il rischio di bruciarci tutto. Dobbiamo trovare la forza per spegnere il dispositivo, usarlo con criterio per renderci conto che è semplicemente uno strumento.
Il primo passo è riconoscere che è un vortice, che è nuovo, e che non siamo bravi a usarlo (per adesso).
(Traduzione del post di Seth Godin, da "Seth's Blog")